21.1.11

riflessioni estreme

"riesco a credere che alcune delle mie nottate più scandalose siano veramente avvenute solo grazie all'esistenza di prove che lo confermano. non c'è nulla da stupirsi se vado famoso per le feste! il party estremo, se davvero ha funzionato, uno può non ricordarselo: al massimo gli resta qualche frammento di quello che ha combinato. "oh, non ti ricordi di aver sparato con la pistola? alza il tappeto, guarda un po' quei buchi, amico." al che, provo un po' di vergogna e di imbarazzo. "non te lo ricordi? quando ti sei tirato fuori l'uccello, e penzolavi dal lampadario, a disposizione di chi voleva, e te lo sei avvolto in una banconota da cinque sterline?" nah, non mi ricordo un tubo.
è arduo spiegare tutti quei party nel segno dell'eccesso. non è che si dicesse okay, stanotte si fa una bella festa. capitava e basta. era una ricerca di oblio, direi, per quanto non intenzionale. far parte di una band ti ingabbia non poco, e più si diventa famosi, più ci si trova in una sorta di prigione. tutto quel dibattersi è solo per non essere te stesso, almeno per qualche ora.
quando sono fuori di me sono in grado di improvvisare. è uno dei miei trucchetti più stupefacenti, a quanto pare. io tento di restare in contatto con il keith richards che conosco, ma so benissimo che ce n'è un altro in agguato, di tanto in tanto. alcune delle storie più belle che si raccontano su di me si riferiscono a momenti in cui in realtà io non ci sono, o almeno non ci sono in maniera conscia."

life - keith richards

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