8.6.10

music

in questo momento sto pensando se la musica potrebbe essere un buon indicatore della società, del mondo e delle nazioni. senza nessun approfondimento, sono abbastanza sicuro (e mi sembra anche abbastanza ovvio) che fin dai tempi più antichi la musica sia cambiata in funzione dell'ambiente in cui veniva suonata. in questo ultimo secolo si sono succeduti un sacco di stili e correnti diverse. boh, se partiamo dai primi del '900 con il blues e pian piano ci avviciniamo ai giorni nostri, si può notare una lenta e progressiva deriva della musica verso la mediocrità, simbolo dei nostri anni. mi chiedo sempre più spesso chi sarà a rimanere nella storia della musica degli anni '00 e non riesco mai a trovare una risposta. a parte il fatto che l'ultima volta che l'italia ha creato qualcosa di nuovo era con verdi, ma anche andando all'estero, in europa o in america, tutte le hit che una volta appartenevano a ray charles, ai beatles, ai rolling stones, ai queen o a michael jackson, ora appartengono a lady gaga, 50 cent e black eyed peas... qualcosa vorrà dire? sono 10 anni che la musica è piatta e sono 10 (...) anni che il mondo va sempre più a rotoli. oh, non sto dicendo che il mondo non ha più cantanti decenti, ma che i meritevoli non riescono ad avere successo. ora la gente preferisce ascoltare, appunto, lady gaga, i dari o i tokio hotel.. la musica è sempre più pop, sempre più massificata, sempre più "per tutti i gusti", perdendo così l'originalità. si, sono sempre più convinto che la musica possa essere un ottimo indicatore sociale.

quando uomini piccoli fanno ombre grandi, il tramonto si sta avvicinando.

Nessun commento: